Südtiroler Privatvermieter
Una panchina in legno su un prato fiorito con vista sulla valle e sulle montagne circostanti.
Storie da ogni angolo dell’Alto Adige
Quanto bene conoscete l’Alto Adige? Le tradizioni, la storia e gli usi e costumi di ogni sua valle? Se a queste domande scuotete la testa, allora siete finiti sulla pagina giusta. In questo blog vogliamo condividere con voi esperienze, eventi e particolarità del nostro amato territorio, i punti panoramici più belli da cui ammirare il tramonto, le migliori ricette di ogni singola valle (le calorie non si contano!) e le attività più entusiasmanti. E molto, molto di più. Partite per un viaggio virtuale attraverso l’Alto Adige!
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È buio pesto. Il vento si infila prepotente tra i filari delle vigne. Oltre a lui e alla piccola civetta, che appoggiata sul vecchio albero annuncia la sua presenza, non sento alcun rumore. Meglio così! In questo modo posso mettermi giusto quel filo comodo nel mio posto di guardia, il “Lueg” e chiudere per un attimino gli occhi.

Ma non a lungo. Gli uccelli non hanno ancora emesso il loro primo canto quando i miei piedi con addosso degli stivali bassi mi conducono nuovamente tra i filari del vasto vigneto: questo, finché sarò io a controllarlo, è il mio territorio! Chi non ne è al corrente, lo potrà capire una volta trovatosi di fronte a dei sentieri sbarrati, all'entrata dei quali ho piazzato ben in vista il mio marchio distintivo, la “Pratze” (zampa). Chi ciononostante si azzarda ad insidiarsi tra i miei filari, le “Riegl”, per infilarsi furtivamente in borsa dei grappoli d'uva e rimanendo completamente indifferente alle mie grida, troverà ben presto la via d'uscita che gli verrà suggerita della mia arma, il “Runggaun” (alabarda). Fintantoché qui il Saltner sarò io, nessun “Weimerle” (chiccco d'uva) finirà nella bocca sbagliata! Prima che accada questo gli darò la caccia in prima persona fino a giungere in municipio!

Questo dopotutto è ciò che ho giurato al comune durante la proclamazione del Saltner. Ho prestato giuramento di rimanere sempre vigile, sia di giorno che di notte, e di non lasciare mai e poi mai incustodito il dominio del contadino. Infondo queste vigne rappresentano l'intero reddito annuale della famiglia contadina! Dunque ho una grande responsabilità sulle spalle. E ne vado fiero. Anche se i mesi al vigneto, che iniziano con il “Lorenzi” il 10 agosto e finiscono con la vendemmia, sono mesi duri e pieni di privazioni, accompagnati da tante notti insonni, si tratta tuttavia per ogni giovane uomo integerrimo di uno dei compiti più ambiti.

Ogni giorno scorro con le mani sulle cosce per lisciarmi i pantaloni, indosso la mia camicia e mi cingo i fianchi con il grembiule che ho ricevuto in dono dal contadino in persona. In velocità indosso anche il mio cappello a forma triangolare ornato di piume di gallo, prendo con me il mio orologio da taschino e raccolgo da terra il “Runggaun” prima di uscire dal mio rifugio da Saltner. Ecco che il giorno può già ricominciare.

Nel frattempo conosco ogni pergola, ogni angolo del vigneto e so esattamente dove trovare i primi chicchi d'uva maturi. Allo stesso modo conosco anche i piccoli cunicoli sotterranei dei roditori, che tentano di tanto in tanto di ristorarsi addentando qualche chicco succoso. Ma anche a loro non lascio alcuna possibilità di riuscita e li allontano dal mio territorio. Con gli uccelli ho qualche difficoltà in più, ma alla fin fine sono sempre loro a lasciarci le penne.

Talvolta echeggia da un angolo del vigneto un fischio, che non posso assolutamente ignorare! In quel momento so che è arrivato il “Riegler”, a cui il comune ha affidato l'incarico di controllare se sono davvero al mio posto di guardia e se attendo al mio lavoro. Rispondo con grida o fischi e gli faccio capire che tutto fila liscio!

La vendemmia e la seguente pigiatura annunciano la fine del mio incarico. Sarà il contadino stesso a pagarmi e se ci stiamo simpatici con un po' di fortuna verrò anche invitato ad assaggiare il primo Lago di Caldaro dell'annata. Beh allora, alla salute!
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